25 aprile, prefetto vieta Bella ciao poi arriva il dietrofront
Il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica di Pordenone, presieduto dal prefetto Pierfrancesco Galante, ha vietato all’Associazione nazionale partigiani di cantare «Bella Ciao» alla cerimonia per la liberazione dal nazifascimo e dalla guerra del 25 aprile 1945. Ma dopo le polemiche arriva il dietrofront.
Ad annunciare la retromarcia, l’Anpi. L’Anpi fa infatti sapere che in un comunicato diffuso dalla Prefettura è detto quindi che «a chiarimento delle argomentazioni emerse in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica si precisa che non vi sono motivi ostativi all’esecuzione della canzone ‘Bella ciao’».
La decisione, francamente paradossale, era stata presa per motivi di ordine pubblico per la possibile presenza in piazza di gruppi anarchici che, dal 2006, hanno dato vita ad azioni di disturbo.
«Per il prefetto Galante intonare ‘Bella ciao’ all’anniversario della liberazione è una questione di ordine pubblico che merita persino una riunione dell’apposito Comitato provinciale con il Questore, il comandante dei Carabinieri e della Guardia di Finanza», commenta il senatore del Partito democratico Lodovico Sonego. «Il prefetto ritiene infatti che la canzone della Resistenza e dell’antifascismo possa produrre fenomeni eclatanti, turbare la campagna elettorale e ulteriori turpitudini – prosegue Sonego – E al termine della riunione del Comitato è stato deciso che durante la cerimonia non si potrà intonare l’inno della resistenza e della liberazione. Si potrà cantare solo la ‘Canzone del Piave’. Il prefetto va allontanato da Pordenone – conclude il senatore pd – con rammarico esprimo la delusione per il profilo e il silenzio dell’amministrazione comunale di Pordenone. Sulla materia ho presentato una interrogazione al ministro dell’Interno. E il 25 aprile tutti a cantare Bella Ciao».