La cattolica Irlanda al voto per dire sì ai matrimoni gay
Urne aperte in Irlanda per lo storico referendum sui matrimoni omosessuali. Oltre 3,2 milioni di irlandesi sono chiamati a dare il proprio parere sulla possibilità di modificare la Costituzione, includendo nell’articolo che definisce l’istituto della famiglia la clausola secondo cui “il matrimonio può essere contratto in base alla legge da due persone, senza distinzione di sesso”.
I seggi sono stati aperti oggi alle 7 locali, le 8 italiane, e chiuderanno stasera alle 22. I risultati sono attesi domani pomeriggio. Il solo fatto che il referendum sia stato organizzato illustra l’evoluzione dei costumi in questo Paese di 4,6 milioni di abitanti, di cattolicissima tradizione, dove fino al 1993 l’omosessualità era considerata un crimine e il divorzio è stato legalizzato solo nel 1995.
In Irlanda esiste già – introdotto dal precedente governo nel 2010, dopo un iter cominciato cinque anni prima -, il Civil Partnership Bill, riconoscimento giuridico delle unioni civili, che ha risolto problemi proprietari, pensionistici, fiscali. Ma che non riserva gli stessi diritti e tutele di cui godono le persone eterosessuali sposate. Il quesito referendario è se approvare o no la loro esatta equiparazione costituzionale.
Se passerà l’’Irlanda sarà il primo Paese al mondo ad approvare i matrimoni gay con un referendum.E stando ai sondaggi il sì è dato per vincente. Anche il primo ministro Enda Kenny, cristiano-democratico, ha esortato gli irlandesi a fare storia votando a favore. «E’ una questione di uguaglianza. Negli ultimi 60 anni, sono stato un cittadino di serie B in Irlanda. Voglio sentirmi come gli altri. Non mi aiuterà per quanto mi riguarda, ma spero che la prossima generazione non patirà mai ciò che ho patito io».
fonte: SEL Nazionale
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