15 febbraio 1937 – Fausto Cigliano una voce e una chitarra per Napoli
Il 15 febbraio 1937 nasce a Napoli il cantante e chitarrista Fausto Cigliano. Penultimo di sette figli nei primi anni della sua vita è soggetto a frequenti crisi d’asma che gli rendono impossibile seguire le orme dei quattro fratelli più grandi, cantanti nel coro del Teatro San Carlo. Non si rassegna però all’idea di vivere fuori dal mondo della musica. Con una chitarra regalatagli da un compagno di scuola inizia a studiare prima da solo e poi con vari maestri finché, nel 1953, guarito dall’asma, debutta come chitarrista e cantante dell’orchestra da ballo di Lello Greco. Nell’estate del 1955 è la voce solista di un gruppo jazz che si esibisce all’Hotel Moresco di Ischia e l’anno dopo, insieme ad Amedeo Pariante e Sergio Centi viene incaricato di rieseguire i motivi in gara al Festival di Napoli, esperienza che ripete nel 1957 con Armando Romeo e Ugo Calise. Nel 1959 presenta al Festival di Sanremo con Nilla Pizzi Sempre con te e pochi mesi dopo vince il Festival di Napoli con Sarrà chi sa, in coppia con Teddy Reno. La sua carriera continua con la partecipazione ai Festival di Napoli del 1961 e del 1962 e ai Festival di Sanremo, dove presenta Splende il sole nel 1960 in coppia con Irene D’Areni, Lei in coppia con Joe Sentieri nel 1961, Cose inutili insieme a Jenny Luna e Vestita di rosso in coppia con Mario Abbate nel 1962 e, nel 1964, E se domani insieme a Gene Pitney che diventerà poi un grande successo di Mina. Nello stesso periodo interpreta anche alcuni film divertenti e senza pretese con Nino Manfredi, Renato Salvatori e Memmo Carotenuto. Nel 1965 forma con il chitarrista Mario Gangi un duo di ricerca, riscrittura e riproposizione della musica tradizionale napoletana destinato a diventare famoso in tutto il mondo e a registrare ben nove album dell’antologia Napoli Concerto. Il lavoro di ricerca assorbe quasi tutto il suo tempo anche se, di tanto in tanto, non disdegna di tornare alla musica leggera come, nel 1986, con l’album Ventata nova. Tra le sue interpretazioni, oltre alle canzoni già citate, meritano di essere ricordate Anema e core, Nnammuratella, Il poeta guappo e ‘Na voce ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna.
Pubblicato da Gianni Lucini in Rock e Martello
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