1° maggio: piazza San Giovanni, stato Sociale in nero

1° maggio

Il concertone di piazza San Giovanni, il ritorno dei Bluvertigo, Lo Stato Sociale in nero

Hanno iniziato i più giovani (dai KuTso a Ghemon) poi sono arrivati i veterani, dagli Almamegretta a James Senese & Napoli Centrale. In serata i “pesi massimi”: Ruggeri, Emis Killa, J-Ax, Irene Grandi, Bluvertigo, Bregovic, Noemi…

CRONACA di una lunga giornata di musica e di festa. Il Concertone del Primo Maggio in piazza San Giovanni, a Roma, ha visto l’esibizione di 35 tra gruppi e artisti. Settecentomila in piazza, forse più, forse meno, ma sempre comunque tantissimi. Ecco, minuto per minuto, il racconto della popolare festa in musica della capitale: ieri festeggiava il suo venticinquesimo anniversario.

23.45 Non è mai troppo tardi. Almeno per la PFM, che sciorina il suo repertorio di rock (più o meno) progressivo mescolando ritmi fratturati e incroci con la musica classica in un crescendo vorticoso, con la classe dei veterani rotti a tutte le esperienze. Sul palco Franz Di Cioccio, Patrick Djivas, Lucio “violino” Fabbri e gli ultimi innesti (manca Franco Mussida, uscito di recente a causa dei suoi impegni didattici) mettono in scena il tipico show alla PFM. Chiudendo euforicamente, manco a dirlo, con È festa. O Celebration, se preferite. Tanto la musica è sempre quella. Musica di festa. Ed è con questa musica nella testa che le migliaia di spettatori del Concertone sciamano da piazza San Giovanni. La musica è finita, ci si rivede tra un anno.

23.30. E via con la rossa Noemi, che incalza immediatamente il pòubblico con i suoi saliscendi vocali partendo da Briciole, e dando l’idea di divertirsi sin da subito, perché da subito imposta il gioco del “call and response” (vedi Sono solo parole) e ottiene tutto quel che vuole. Peccato che la sua esibizione arrivi così tradi: non sempre salire sul palco a fine esibizione è un vantaggio. Il pubblico di San Giovanni, peraltro, gradisce eccome il suo set.

23.15. Dalle fanfare balcaniche al rock gotico. Tocca ai milanesi Lacuna Coil della vocalist carismatica Cristina Scabbia, una delle rockeuse più amate dell’universo metal. La band, che da anni frequenta le scene del circuito internazionale, attacca col suo tipico stile potente ed enfatico, mettendo in fila Trip the darkness e Our Truth e chiudendo con lo stesso impeto.

22.50. È l’ora di Goran Bregovic, una delle performance più attese dell’intera giornata, che parte a tutto gas letteralmente (la sua canzone a fanfara dispiegata si intitola proprio Gas gas).. “Vi porto un grande abbraccio dall’altro lato dell’Adriatico, dai Balcani”, e via con Balkanjeros, mentre i ragazzi di piazza San Giovanni scatenano le danze, com’era ampiamente prevedibile. “La mia musica è l’incontro di tre culture, l’ortodossa, la cattolica e la musulmana”, dice il pupillo di Emir Kusturica di sé, ma certo è la sua anima tzigana quella che più schiettamente contagia la platea. Di sicuro, come dimostra la forsennata Kalashnikov, in chiusura, Bregovic è un autentico campione di istrionismo. E la piazza lo osanna. In piazza San Giovanni succede sempre.

22.35 Entra in scena Alex Britti. Neanche una battuta, lui preferisce che sia la chitarra a parlare. E se proprio deve cantare lo fa Gelido, come il titolo della sua vecchia canzone di successo. Salvo scatenarsi in Baciami e portami a ballare. Tanto per dimostrare che in Italia campare di virtuosismi chitarristici è una mission impossible, e a fare canzoni magari ci si diverte un po’ meno ma si campa infinitamente meglio. O no?

22.19. Tutti in calzamaglia nera per protesta, pure il viso è coperto: Lo Stato Sociale si presenta così, sul palco del Concertone, spiegando le ragioni della protesta. “Pensiamo di dover prendere esempio dalle forze dell’ordine tuttora non identifcabili in occasione di scontri di piazze e torture nelle scuole”, spiegano. “Riteniamo di dover essere oscuri e misteriosi come le ragioni per cui si devono fare assolutamente il Muos e la Tav. Riteniamo di dover essere invisibili come le migliaia di migranti che ogni giorno cercano la sopravvivenza da noi e vengono lasciati a morire in mare. Vi auguriamo Buon primo maggio e altri 364 giorni all’oscuro di ogni cosa”.. Sul palco avrebbero voluto cantare Mi sono rotto il cazzo (sic) e portare sei coppie di gay, ma la Rai non avrebbe dato il via libera anche perché lo show dello StatoSociale va in onda nell’orario della cosiddetta “fascia protetta”. Hanno così deciso di baciarsi tra di loro alla fine del primo brano. Nel loro set Abbiamo vinto la guerra e In due è amore in tre è una festa. E lo show della band elettropop bolognese, che quest’anno sta raccogliendo i frutti di sei anni di lavoro con tour affollatissimi, prosegue con C’eravamo tanto sbagliati. E chiude con un emblematico “meritate di più”.

21.55 Toh, guarda chi si rivede: Bluvertigo, proprio loro, finalmente “scongelati” (erano in freezer dal 2001, per volontà di Morgan). Sul palco di San Giovanni l’eccentrico Marco Castoldi, elegantissimo in smoking, farfallino e acconciatura platinata, si presenta con i vecchi compagni Andy, Livio Magnini, Sergio Carnevale, Marco Pancaldi, e la band mette in fila Cieli neri e L’assenzio in assoluta scioltezza. Poi Morgan imbraccia il basso spavaldo e gioca con Sono come sono, da rockstar consumata, scatenando il suo estro bizzarro pure nella successiva Altre forme di vita, altro successo proveniente dal catalogo “new wave oriented” della band, anche se la voce lo assiste solo fino a un certo punto. E comunque Andiamo a Londra, il primo singolo dell’imminente nuovo album, offerta in chiusura di esibizione, riparte in perfetto stile Bluvertigo. Finisce con l’abbraccio tra Morgan e J.Ax.

21.37 Altro giro, altro nome strapopolare. Tocca a Irene Grandi che parte a colpo sicuro con Bruci la città, una delle sue canzoni più  fortunate, nobilitata dalla firma di Francesco Bianconi, anima dei Baustelle. L’atmosfera cambia con Un vento senza nome, che la cantante fiorentina porge con insospettabile vena da crooner, continuando con la ballata acustica Se mi vuoi, prima di passare al rock come lo intende lei, quello di Bum Bum.

21.20 “Su le mani”, incalza J. Ax, il decano dei rapper nostrani. L’ex Articolo 31 attacca con Il bello di essere brutti e dà proprio ml’idea di divertirsi come a quei tempi e forse anche di più con Uno di quei giorni e Gente che spera, ospite Noemi, brani entrambi serviti in salsa reggae che in piazza San Giovanni – si sa – va sempre fortissimo. J-Ax si riserva comunque il colpo di teatro per il finale, polemizzando con Matteo Salvini: “Spiegatemi perché quando un italiano va all’estero si dice che è cervello in fuga e se invece il migrante arriva da noi è un negro che ci ruba il lavoro, anche se magari quello che arriva sul barcone ha due lauree… forse dovremmo capire che sul quel barcone che sta affondando ci siano tutti noi!”. E parte con Ribelle e basta. Ma non finisce qui: “È il momento di finirla di combattere i poveri e combattere invece la povertà”, urla mostrando il dito medio. E conclude con Domani smetto, chiamando (e ottenendo) l’urlo all’unisono della piazza compatta. E poi a Camila Raznovich: “Bisogna non aver paura di fare cose di sinistra qui al Primo Maggio..”

20.58 Tocca all’inedita coppia Avitabile e Alpha Blondy, due colonne della musica popolare, il sassofonista napoletano – immortalato nel documentario Enzo Avitabile Music Life del regista premio Oscar John Demme – e il veterano reggaeman ivoriano che duettano in perfetta armonia. Peccato che RaiTre li oscuri nel pieno della performance causa stacco pubblicitario: come togliere la linea al telecronista prima che il centravanti tiri il calcio di rigore… Si riprende con No brain no headache dell’africano, che prosegue virando a reggae i Pink Floyd di Wish you were here, non esattamente un prodigio, ma la malizia ha il potere di stregare il pubblico.

20.45 È il momento di Paola Turci, versione total black. Attacca senza arrischiare brani recenti, si aggrappa piuttosto a due canzoni di presa immediata: Ti amerò lo stesso e Stato di calma apparente. Una volta sciolta, e il pubblico con lei, imbraccia la chitarra acustica rockeggiando Io sono, il brano che dà il titolo al suo nuovo album

20.30 Dal cantautorato rock di Ruggeri all’hip hop di Emis Killa, votato comunque al mainstream, alla fruibilità immediata al di là dei generi. Attacco tirato, scorrono le rime care al rapper di Vimercate, quelle di Il King e Essere umano. E poi arriva Scordami chi ero, che una larga parte del pubblico rappa insieme all’autore.

20.15 Tocca a Enrico Ruggeri, accolto da un boato. Chiodo di pelle nera, attacca con Il mare d’inverno, una delle sue hit più celebrate, rifatta in una versione più rock e intarsiata da un bel solo di chitarra. Poi accoglie sul palco Francesco Pannofino in Hai ragione!, che si rende disponibile al divertissement. E va sul sicuro, con la classica Contessa, epoca Decibel, declamando i suoi versi con scioltezza. Applausi generosi.

20.00 Si riparte con Paolo Rossi (conduttore del concertone nel lontano 1995) e la sua ironia grottesca. Il piccolo grande artista milanese, capelli lunghi e cappellino calato sulla testa, intona un finto addio al celibato, poi gioca coi doppisensi a sfondo sessuale. E mulinella le sue gag. “Ricordiamoci che il matrimonio è un’istituzione sacra ma ricordiamoci anche che è nata in un periodo storico in cui la vita media era di trent’anni!”. E poi, in risposta a Camila che gli chiede qual è la differenza tra il palco di oggi e quello della sua conduzione a metà degli anni Novanta: “Quando ho condotto io nel 1995 c’era ancora il Cavaliere: avevi un repertorio più vasto. Ora devi essere più visionario”. E ancora: “Chiude un teatro ogni due: esiste la criminalità organizzata. Si chiama così per differenziarsi da Ministero della cultura…”.

19.00 Comincia la lunga pausa dalla diretta televisiva, e per le migliaia di spettatori distribuiti lungo il perimetro di piazza San Giovanni in Laterano è l’opportunità di tirare il fiato dopo i tanti balli, canti e battimani collettivi. Ci pensa comunque Alessio Bertallot, con il suo dj set, a mantenere la giusta tensione sull’avvenimento.

18.40 A dispetto dei suoi settant’anni, James Senese offre sul palco di San Giovanni una performance di grande impatto ritmico ed emotivo con la sua storica band della seconda metà degli anni Settanta, Napoli Centrale. Rock jazz potente e contagioso, con il sassofonista al centro della scena: scampoli pregiati di “neapolitan power”, che il pubblico mostra di gradire.

18:20 Arriva Nesli, il primo rapper della serata aspettando Emis Killa. In realtà il suo hip hop è fortemente contaminato di pop e rock, come già aveva dimostrato il suo passaggio al Festival di Sanremo. Per Nesli è un’annata favolosa: prima il festival, ora il Primo Maggio in piazza San Giovanni. E non fiisce qui: il musicista di Senigallia sta completando un romanzo autobiografico.

18:15 Sul palco lo spettacolo dei romani Otto Ohm che mescola raggae e dub. Attivi da oltre quindici anni, con 5 album all’attivo, dimostrano una volta di più la propria affidabilità nel repertorio di ispirazione giamaicana.

18:10 Il primo conduttore del concerto del Primo Maggio è stato Carlo Massarini che di quel 1990 ricorda sul palco di San Giovanni la liberazione di Nelson Mandela che commosse tutti.

18:00 Teresa De Sio propone una nuova, grintosa versione di Aumm Aumm. A San Giovanni è di casa e va sul velluto

17:50 E arriva il momento di Roberto Dellera, bassista degli Afterhours, qui in versione solista.

17:40  Spopolano i selfie sia tra la folla che dal palco. I ragazzi continuano a farsi foto che pubblicano sui social network e gli ambulanti stanno facendo affari d’oro, vendendo i supporti dove appoggiare i telefonini. E anche lCamila Raznovich, si è fatta insieme a Dario Vergassola un autoscatto con il pubblico sullo sfondo e l’ha pubblicato su Instagram.

17:35 Preceduti da Dario Vergassola che ha ricordato l’anno della sua conduzione del concerto del Primo Maggio arrivano Lello Anolfino e Tinturia per presentare Precario.

17:25 Dopo Levante arriva il gruppo Santa Margaret, nato dall’incontro della cantautrice Angelica Schiatti con il chitarrista delle Vibrazioni, Stefano Verderi. Tra i brani spicca Voglio urlare i miei sogni.

17:15 La cantautrice siciliana di origine ma torinese di adozione Levante porta sul palco di San Giovanni la sua Alfonso. Il 5 maggio viene pubblicato il suo secondo album Abbi cura di te.

17:00  Tredici componenti, che parlano cinque lingue e provengono da tre continenti. Sono la Med Free Orkestra.

16:50 Dalla Basilicata arrivano i Tarantolati di Tricarico che festeggiano sul Palco del concertone i loro 40 anni di carriera artistica.

16:35 Mario Venuti e Mario Incudine presentano Italia talìa, Ventre della città e Sulu. Presentando l’ultimo brano gli artisti, entrambi siciliani, hanno ricordato la necessità per il nostro paese di accogliere oltre che ospitare in accordo con il tema della manifestazione di quest’anno.

16:20 Dopo la pausa che ha dato spazio al backstage arriva il momento degli Almamegretta presentati da Francesco Pannofino, storico conduttore dell’edizione 2012. Il gruppo napoletano capitanato da Raiz ha omaggiato Pino Daniele con la sua personale rivisitazione di Yes I know my way.

16:05 L’avucat dal diaul e Inno alla diversità sono i brani portati dai Ronda Folklub & Mimmo Cavallaro sul palco di San Giovanni. E con le loro sonorità folk fanno ballare tutta la piazza.

15:55 Sale sul palco l’ex cestista Ghemon che canta Adesso sono qui.

15:50 Lo dedica “ai fratelli africani che sono arrivati fin qua” il suo brano El Mando il musicista italofrancese Sandro Joyeux.

15:40 Sale sul palco Paola Maugeri, presentatrice del concerto del Primo Maggio nel 2002 la prima di una serie di ex presentatori che tornano in occasione dei 25 anni dello storico concertone. Con Camila Raznovich lancia la prossima musicista, la cantante di Catanzaro Ylenia Lucisano.

15:24 Poi è il turno dei Bamboo uno dei tre gruppi finalisti del premio #1MNEXT, dedicato agli esordienti. Dopo di loro i La Rua e Nigga Radio. Vincono i La Rua, band marchigiana nata dalle ceneri dei Champions, vincitori nel 2012 di Area Sanremo e finalisti del Festival di Castrocaro.

15:10 Il primo gruppo in scaletta dopo il violinista e i percussioni sono i Kutso che eseguono sul palco di San Giovanni Elisa, il brano che hanno portato a Sanremo e poi Io rosico. Li accompagna alla chitarra Alex Britti travestito con una lunga barba gialla, occhiali scuri e un cappello, loro produttore e ospite anche lui del concerto.

15:00  Il tema di quest’anno è “la solidarietà che fa la differenza” e allora il tradizionale concerto del Primo Maggio organizzato dai sindacati Cgil, Cisl e Uil sul Palco di piazza San Giovanni si apre ricordando “le popolazioni del Tibet colpite dal terremoto e i migranti che perdono la vita nel Mediterraneo” come dice la conduttrice Camila Raznovich e con un minuto di silenzio. Poi parte “Bella Ciao” nella versione di Alessandro Quarta insieme ai Bottari della Canzone Popolare.

fonte: la Repubblica

http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2015/05/01/news/il_concertone_di_piazza_san_giovanni_aprono_i_kutso_aspettando_bregovic-113303730/?ref=HREC1-7